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Descrizione

SCHEDA DESCRITTIVA

Il comune di Roaschia si sviluppa sulla destra orografica del torrente Gesso,
nell’omonima vallata laterale, a pochi chilometri dal capoluogo della Provincia di
Cuneo.

Di origini medievali, il piccolo comune è quasi interamente compreso
nell'omonimo vallone e si compone di quasi cinquanta frazioni o tetti dispersi tra
pascoli, boschi di castagno e mulattiere oggi quasi interamente disabitati.

Il piccolo centro abitato di Roaschia si sviluppa sul versante settentrionale del rio
Biale e si compone di poche strette vie fiancheggiate dalle tipiche abitazioni a
corte comune, dove nei secoli passati si consumava buona parte delle vita
lavorativa e sociale della popolazione.

Come molti borghi alpini, anche le piccole strade e il circondario di Roaschia conservano un importante repertorio di cappelle, piloni votivi e meridiane che con la loro presenza documentano usi e costumi dei secoli passati.

Nella piccola piazza antistante al municipio sorge la Chiesa Parrocchiale dei Santi Bernardo e Dalmazzo, un piccolo edificio testimoniato a partire dal XIII secolo e attualmente conservato nelle forme messe in opera all’inizio del XX secolo, quando l'antica chiesa a una navata venne riedificata in stile neoclassico.

Data la sua collocazione montana Roaschia rappresenta un ottimo punto di partenza per interessanti escursioni naturalistiche che attraverso una fitta rete di sentieri - un tempo percorsi quotidianamente dai valligiani – conducono alle numerose borgate, alcune delle quali ancora caratterizzate dai tradizionali tetti in paglia e segale.

A pochi chilometri dal centro abitato offrono inoltre importanti scorci naturalistici la sorgente della Dragonera e le Grotte del Bandito, oggi riserva del Parco delle Alpi Marittime.




SCHEDA STORICA

Come per Borgo San Dalmazzo, Valdieri ed Entracque la storia di Roaschia è strettamente legata alle vicende della Valle Gesso e quindi all'abbazia di Pedona, che per diversi secoli amministrò ampie prerogative territoriali su tutta la vallata e sui territori circostanti.

Non è un caso che una delle prime notizie documentaria riferita al piccolo borgo alpino sia presente nella bolla rogata da Papa Innocenzo IV a conferma delle dipendenze spettanti agli abati di Pedona (1246).

Nello stesso secolo alcuni documenti relativi alla fondazione del comune di Cuneo citano inoltre Roaschia tra i luoghi abitati della valle Gesso.

A partire dalla seconda metà del XIII secolo la storia di Roaschia segue nelle sue coordinate generali quella del Piemonte meridionale.

Al governo degli abati di Pedona segue quello della Corte Angioina, che una volta conquistata Cuneo (1259) penetra nelle vicine vallate e quindi anche in quella del torrente Gesso.

Dopo circa un secolo l’annessione di Cuneo alla Contado di Savoia (1382) sancisce la fine della dominazione angioina sul Piemonte meridionale.

Come parte del ducato Roaschia resterà stabilmente entro i domini sabaudi sino all’epoca moderna.

Con la successiva dominazione napoleonica il borgo venne ricompreso nel Dipartimento dello Stura facente capo a Cuneo, circoscrizione che anticipa l’istituzione dell’omonima provincia (1859).

Conclusa l’ingerenza Napoleonica, all'inizio del XIX secolo Roaschia venne inglobato nel Regno din Sardegna per effetto del Congresso di Vienna (1814) e da questo passò al Regno d'Italia (1861), quindi alla Repubblica Italiana (1946).



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